Enzo Jannacci a Casadeipensieri2009
Jannacci a Bologna al termine di un’estate nella quale hanno fatto notizia le sue dichiarazioni al Meeting di Rimini. Jannacci alla Festa dell’Unità, a Casa dei Pensieri, la ventennale kermesse culturale.
E' il 17 Settembre al grande Palacuore del Parco Nord.
Un artista che parla preoccupato del suo invecchiare, più volte, per poi scattare in piedi, con una agilità che d'altra parte in lui non sorprende,e recitare il monologo di “El purtava i scarp de tennis”, a filo di un discorso indignato sui barboni dimenticati e su un governo di personaggi gonfi e inaccetabili. Senza una nota di accompagnamento, solo la voce e il corpo, senza microfono. Roba da brividi, commentano nella grande sala gremita. Sara di nuovo cosi al termine di due ore serrate di dialogo, con Toni Jop e Cesare Sughi. Questa volta è “Vincenzina davanti alla fabbrica”. Non vale parlare di cover, di grandi successi. Non sono memorie ma pezzi che raccontano l’oggi. Una attualità di periferie e di speranze, di operai che non hanno smesso di vivere solo perche dimenticati dai media e dal potere. E’ una grande sera con il Maestro di infinite generazioni. Ai giovanissimi che lo inseguiranno in camerino ci mette poco a far capire che i suoi personaggi , il loro dialetto milanese, sono universali, valgono immutati a testimonianza delle vite migranti di oggi e dei mille linguaggi che oggi ascoltiamo.
Jannacci insiste sull’ immigrazione, sul infamia dei barconi respinti. Parla, implacabile, di Berlusconi, di Frattini, di Bossi. Chiama anche il pubblico, “tutti noi” dirà più volte, al senso di una colpa comune, a scuotersi dall’ indifferenza. Trasporta il suo pubblico in una ilarità travolgente cosi come in un silenzio attento, che diventa testimonianza. Jannacci si alza in piedi per i morti del’Afghanistan e tutti lo seguono. Jop lo incalza anche sui temi della condizione culturale del paese. Le risposte sono un gramelot comprensibilissimo. Restano in mente gli aneddoti sul mercato discografico che trucca le pseudo gare per esordienti , fortunatissime e cialtrone.
Viene il momento del premio. Casa dei Pensieri motiva l’assegnazione della” Targa ricordo di Paolo Volponi”. Negli anni scorsi era andata a una serie di personalità inequivoche, Arnoldo Foà, Mario Monicelli, e cosi via.
Jannacci, schivo e sospettoso di riconoscimenti formali, accetta e ringrazia per un premio prestigioso ma ancora segnato da una aureola di modestia . Dalla “castità“ di un assoluto volontariato. Sorride, alza il pugno. Il saluto è il famoso: “ Hasta la victoria”. In agilità, un po’ prendendosi in giro, ma sempre credendoci. Cosi si rimane giovani, come Jannacci.
Free Press, Settembre 2009
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