AVATI , ZAVOLI, FELICORI, NANNI, RASPANTI, FRESU. Targa Volponi Nuovo premio Casadeipensieri. I premiati
“Targa
ricordo di Paolo Volponi” e
“Nuovo Premio Casadeipensieri”.
“Nuovo Premio Casadeipensieri”.
Per
il 2017 i riconoscimenti vengono assegnati a
Sergio Zavoli, Pupi Avati, Mauro Felicori, Mario Nanni, Bruno
Raspanti, Paolo Fresu.
"Casadeipensieri", la rassegna culturale internazionale che vive a Bologna, all'interno della Festa de L'Unità (24 Agosto-18 Settembre), al Parco Norde in librerie di Bologna, giunge quest'anno alla 27° edizione.
Al suo interno si svolgono gli appuntamenti con la "Targa Volponi", un riconoscimento che, negli anni, è diventato fra i più significativi della città.
Questa
edizione è la ventesima ed il premio si rivolge a figure di
altissima qualità, maestri operanti nei mondi del giormalismo e
della poesia, dell'arte: Sergio Zavoli, Mario Nanni e
Bruno Raspanti
Nella
speciale sezione per l'impegno civico la Targa viene assegnata a
Mauro Felicori, impegnato direttore della Reggia di Caserta e
per una vita prestigioso dirigente del Comune di Bologna.
Quest'anno
vede una importante novità. Le
manifestazioni premiali si arricchiscono con il
Nuovo Premio Casadeipensieri,
che d'ora avrà una periodicità
biennale.
I
primi premiati di questa nuova “collana” sono Pupi Avati e
Paolo Fresu
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Sergio
Zavoli
Sergio
Wolmar Zavloli è nato a Ravenna nel 1923 .
Celeberrimo
giornalista ha contribuito grandemente a rinnovare il linguaggio e le
strutture del giornalismo radiofonico, prima, e televisivo poi. Si è
dedicato alla poesia con una passione non marginale ritrovandovi un
altro mezzo di espressione della sua prepotente carica creativa. E'
Senatore della Repubblica ed è stato presidente della Rai e
presidente della Commissione di Vigilanza Rai.
Dal
1947 al 1962 esercitò l'attività di giornalista radiofonico
all'interno della RAI, per poi passare alla televisione, dove ideò
un fortunatissimo programma, Processo alla tappa, trasmissione
sportiva incentrata sul Giro d'Italia. Zavoli condusse e fu autore di
altri programmi di successo come Nascita di una dittatura (1972)
Nel
1981 pubblicò il suo primo libro, Socialista di Dio, che
vinse il Premio Bancarella. In televisione fu poi autore di altri
straordinari programmi presentando Viaggio intorno all'uomo,
La notte della Repubblica, Viaggio nel Sud. I
reportage Nostra padrona televisione (1994) nel 1998 vince il
Premio Cimitile con l'opera Ma quale giustizia?(Edizioni
ERI-RAI Piemme). Dal 2001, dopo Viaggio nella scuola, è
assente dal piccolo schermo.
Fra
i suoi lavori letterari sono Romanza (1987). Dossier cancro
(1999), Diario di un cronista (2002), e Il ragazzo che io
fui(2011) dove racconta la storia della sua vita e un capitolo
fondamentale del nostro Paese.
Ha
affinato nel più recente percorso della sua lunga vita una vena
poetica che lo ha posto, anche in questo campo all'attenzione della
critica e dei lettori.
Per
lo "straordinario contributo apportato alla causa del
giornalismo italiano", il 26 marzo 2007 la facoltà di Lettere e
filosofia dell'Università di Roma Tor Vergata gli ha conferito
honoris causa la laurea specialistica in Editoria, comunicazione
multimediale e giornalismo, onorificenza che, come ha osservato
Edmondo Berselli, "assomiglia a una tautologia" in quanto
Zavoli è senz'altro il più noto giornalista televisivo italiano.
È
stato eletto al Senato nelle liste dei Democratici di Sinistranel
2001, nelle liste nel 2006 e nel Partito Democratico due anni dopo.
Dal 2007 è presidente della Scuola di Giornalismo dell'Università
di Salerno.
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Pupi
Avati
E'
nato a Bologna nel '38, all'anagrafe Giuseppe Avati, è un regista,
sceneggiatore,e produttore di cinema di vasta, continuativa, e
originalissima produzione.
Figlio
di un antiquario bolognese e fratello maggiore di Antonio,
sceneggiatore e produttore, inizialmente avvia una carriera nel jazz:
dal1959 al 1962 fa parte della Doctor Dixie Jazz Band come
clarinettista- ma rinuncia dopo l'ingresso nella band di Lucio Dalla.
Illuminato
dalla visione di 8½ di Federico Fellini, si rivolge al cinema. Nel
1970 ottiene da un misterioso imprenditore i finanziamenti per girare
due film: Balsamus, l'uomo di Satana e Thomas e gli
indemoniati, due film "orgogliosamente provinciali".
Dopo
aver collaborato alla sceneggiatura di Salò o le 120 giornate di
Sodoma, l'ultima opera di Pier Paolo Pasolini, dirige il suo
terzo lungometraggio, dal titolo La mazurka del barone, della
santa e del fico fiorone (1975), seguito da La casa dalle
finestre che ridono (1976).
Nel
1977, esce Bordella, musical “demenziale” censurato
all'uscita, che vede tra gli interpreti anche Christian De Sica,
all'epoca giovanissimo. Nello stesso anno, Avati presenta il film
grottesco Tutti defunti... tranne i morti.
Nel
1978 il nome di Avati diviene noto al grande pubblico in seguito alla
messa in onda sulla RAI dello sceneggiato Jazz Band, che
racconta la storia della Doctor Dixie Jazz Band, seguito da
"Cinema!!!" ed altri tre lavori televisivi di Avati
(Dancing Paradise del 1982, Accadde a Bologna del 1983,
È proibito ballare del 1989).
Nel
1983, il regista bolognese passa alla commedia, dirigendo il delicato
Una gita scolastica, ma ritorna al thriller-horror con Zeder,
nel quale messaggi letti sul nastro di una macchina da scrivere
elettrica conducono alla scoperta dei terreni K, dove i morti lì
sepolti possono riprendere vita.
Dopo
l'amaro Impiegati (1984), Avati è nuovamente alla regia di un altro
lungometraggio, Regalo di Natale (1986), film sull'amicizia e
sui tradimenti con un cast diretto da Avati in modo eccezionalmente
capace di ridisegnare la figura di ogni attore: Diego Abatantuono,
Carlo Delle Piane e Gianni Cavina oltre a Alessandro Haber e George
Eastman. Vengono poi i successivi Storia di ragazzi e di ragazze
(1989), Bix (1991), il thriller L'amico d'infanzia
(1993) e L'arcano incantatore (1996) con Stefano Dionisi.
Nel
1997 gira Il testimone dello sposo e nel 1999 La via degli
angeli. Nel 2003 dopo un periodo di pausa, dirige Il cuore
altrove che vede protagonisti Neri Marcorè e Vanessa Incontrada
che interpreta il ruolo di una giovane ragazza non vedente.
Nel
2005 porta sullo schermo Vittoria Puccini,Paolo Briguglia e Claudio
Santamaria nella commedia romantica Ma quando arrivano le ragazze?
e dirige Antonio Albanese, Katia Ricciarelli, Marisa Merlini, Angela
Luce e nuovamente Neri Marcorè nel divertente La seconda notte di
nozze. Nel 2007 è la volta di La cena per farli conoscere,
con Diego Abatantuono accompagnato da Francesca Neri, Ines Sastre,
Vanessa Incontrada e Violante Placido, e di Il nascondiglio, nuova
incursione avatiana nell'horror, con Laura Morante; nel 2008 di Il
papà di Giovanna, nel 2009 di Gli amici del bar Margherita e nel
2010 di Il figlio più piccolo e Una sconfinata giovinezza.
Nel
2011 ha presentato in concorso alla Festa del cinema di Roma il film
Il cuore grande delle ragazze, con la partecipazione di
Micaela Ramazzotti e del cantante Cesare Cremonini. Nel 2013 dirige
la sua nuova fiction con Christian De Sica dal titolo Un matrimonio,
in onda su RaiUno.
Sempre
nel 2008 ha pubblicato la sua autobiografia Sotto le stelle di un
film, edita da Il Margine, e ha vinto, per il film Magnificat
del 1993, il XX Premio Internazionale Ascoli Piceno. Dal 9
dicembre al 12 dicembre 2009 partecipa al Mitreo Film Festival, a
Santa Maria Capua Vetere.
Nel
2010 è stato realizzato un film documentario di interviste e
animazioni Pupi Avati, ieri oggi domani diretto dal regista
Claudio Costa, ispirato all'autobiografia del regista Sotto le
stelle di un film.
Presiede
la Fondazione Federico Fellini, nata nel 1995 in memoria del grande
regista riminese. L'amore e la passione per la musica e per la
propria città lo hanno accompagnato per tutta la vita: il regista
spesso gira i suoi film a Bologna ed è solito inserire in essi
numerosi riferimenti musicali, ispirandosi direttamente, in alcuni
casi, a questa sua esperienza (come ad esempio in Ma quando
arrivano le ragazze?). Sempre questo amore per la musica e in
particolare per il Jazz, lo porterà a scrivere e dirigere il film
TVJazz Band nel 1978 e, nel 1991, Bix - Un'ipotesi
leggendaria, dedicato alla figura di Bix Beiderbecke.
Nel
settembre 2014 vince il premio come miglior sceneggiatura dell'anno
per il film con Sharon Stone e Riccardo Scamarcio Un ragazzo d'oro
al Montreal World Film Festival in Canada.
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Mauro
Felicori
63
anni, manager culturale. Nato a Bologna, dove, laureatosi con lode in
filosofia, si è poi specializzato in economia della cultura e
politiche culturali. Dal 2011 è direttore del Dipartimento economia
e promozione della Città del Comune di Bologna, dove è dirigente
dal 1986 e, in precedenza, ha diretto, tra l'altro, l'Area Cultura,
l'Istituzione Musei Civici, l'Istituzione Biblioteche civiche e il
Settore Cultura e Rapporti con l'Università. Nel periodo del cambio
politico al Comune di Bologna gli viene affidata quella che è
probabilmente intesa come una lateralità, il settore cimiteriale.
Felicori la trasforma in una nuova parte della vita vita della città,
patrimonio culturale di altissimo rango, testimone della storia.
Docente di gestione e organizzazione delle imprese culturali
nell'Università di Bologna, è autore di numerose pubblicazioni in
materia. Nella sua attuale esperienza di direttore della Reggia di
Caserta ha saputo usare i diversi registri della sua professionalità
ed una grande attenzione alle eccellenze della vita del territorio
dove il sistema-Reggia è nato, per rilanciarne decisivamente
l'immagine e la realtà in modo prima non avvenuto.
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Mario
Nanni
Nasce
a Castellina in Chianti (SI) nel 1922. Decano
dei pittori bolognesi, attivo dagli anni quaranta fino all'inesausta
giovinezza nei duemila. Molti
sono i "fili" che possiamo cogliere nell’ampio percorso
creativo di Mario Nanni, snodatosi lungo un arco cronologico tra i
più intensi della storia contemporanea, caratterizzato da
trasformazioni sempre più veloci. In quest’ottica è facile
comprendere il gusto per la ricerca e la sperimentazione che da
sempre rappresentano l’elemento fondante e distintivo del lavoro di
Nanni, emblema anche della sua capacità di guardare ‘oltre’ e
del coraggio di mettersi ogni volta in gioco. In un’attualità che
ha fatto del cambiamento la propria parola d’ordine è allora
possibile cogliere nella "sperimentabilità" scelta da
Nanni un grande punto di forza e un segno distintivo della sua arte,
oltre che la percezione lucida del processo storico che stiamo
vivendo.
Trasferitosi
a Monzuno (BO), sull’appennino emiliano, vi rimane fino al 1932
quando con la famiglia si sposta a Grosseto, patria della sua prima
formazione , dove risiede fino al 1940. Il suo
percorso è segnato da un’originaria, breve esperienza realista
(nel movimento "Corrente") superata alla metà degli anni
Cinquanta da un’immediata, profonda adesione all’informale, senza
interrompere una ricerca personale rivolta in più direzioni.
Ed è alla tecnologia contemporanea che Nanni incomincia a rivolgere la sua attenzione, come appare chiaramente in lavori quali Macchina(1962) e Meccanismo (1962/’63), partecipando nel ’63 in Spagna alla mostra curata da F. Arcangeli Giovani pittori italiani e poi a Nuove prospettive della pittura italiana tenutasi a Palazzo Re Enzo (Bologna).
Le "cose" di Nanni non sono solo quelle che appaiono sulle sue tele bensì anche quelle che, nella seconda metà del decennio, si materializzano in sculture di ampie dimensioni fortemente articolate e articolabili, pensate per invadere lo spazio e per farsi invadere
Saranno presentate in Italia e all’estero – VII Biennale internazionale del Mediterraneo ad Alessandria d’Egitto nel 1968 e alla Hayward Gallery di Londra nell’82 in occasione della mostra Arte italiana 1960-1982.
Negli anni della rivolta giovanile i "giochi" di Nanni lo rendono partecipe delle vicende più interessanti del panorama artistico coevo.
L’invasione/appropriazione dello spazio assume poi con le Geografie dell’attenzione, nuove dinamiche attraverso l’uso straniante della mappa topografica. Non più indicatori di percorsi certi, le mappe di Nanni trasformano la certezza in ambiguità, non portano su vie sicure e approdi definiti ma nell’universo del possibile.
Seguirà una sottile grafia nera nella serie intitolata Mitico computer, Siamo però già alle soglie di una nuova sfida. Alla fine degli anni ’70 infatti i segni grafici di Nanni si trasformano nelle Segmentazioni (‘78/’79) «ricondotti a valenze di sottile, sensibilissima materia pittorica»
Ora la pittura riemerge prepotentemente nel lavoro dell’artista e il gesto si fa di nuovo predominante. La ripresa della prima esperienza informale si attua nel segno di una rimeditazione in cui il gesto pittorico, alleggerito della materia di un tempo, aggalla su superfici inesistenti – poiché realizzate in plexiglas trasparente – e si riflette su fondi fatti di specchi.
Il 25 aprile 2000 riceve il Premio Internazionale G.Marconi per la pittura e crea una scultura documentata in catalogo da C. Cerritelli.
Nel 2001 pubblica il libro "Segni della Memoria - Monzuno, figure e paesaggi" edito da Adventis, composto da disegni inediti del periodo 1940-1944.
L’avvento del nuovo millennio trova Nanni impegnato in una nuova riflessione sullo spazio (attraverso l’uso di un materiale che da sempre l’affascina, la mappa topografica) che si concretizza in una nuova serie di opere dal titolo I giochi della metamorfosi.
Nel 2007 gli viene allestita una sala-omaggio alla LII Mostra Nazionale d’Arte Contemporanea di Termoli curata da L. Strozzieri.
Nel 2008 allestisce una mostra personale presso la sala Colonne di EmilBanca (Bologna) ed è presente con una sala personale alla mostra Not so private. Gallerie e storie dell’arte a Bologna presso Villa delle Rose (Bologna).
Tra dicembre 2008 e gennaio 2009 è presente alla Fondazione Carisbo di Bologna con una esposizione che ne ripercorre i momenti salienti fino agli esiti più recenti intitolata Concatenamenti,
Nella primavera 2011 la Galleria d’Arte Maggiore di Bologna presenta una personale sull’ultima produzione dell’artista incentrata sul tema delle mappe nei giochi della metamorfosi:
Ed è alla tecnologia contemporanea che Nanni incomincia a rivolgere la sua attenzione, come appare chiaramente in lavori quali Macchina(1962) e Meccanismo (1962/’63), partecipando nel ’63 in Spagna alla mostra curata da F. Arcangeli Giovani pittori italiani e poi a Nuove prospettive della pittura italiana tenutasi a Palazzo Re Enzo (Bologna).
Le "cose" di Nanni non sono solo quelle che appaiono sulle sue tele bensì anche quelle che, nella seconda metà del decennio, si materializzano in sculture di ampie dimensioni fortemente articolate e articolabili, pensate per invadere lo spazio e per farsi invadere
Saranno presentate in Italia e all’estero – VII Biennale internazionale del Mediterraneo ad Alessandria d’Egitto nel 1968 e alla Hayward Gallery di Londra nell’82 in occasione della mostra Arte italiana 1960-1982.
Negli anni della rivolta giovanile i "giochi" di Nanni lo rendono partecipe delle vicende più interessanti del panorama artistico coevo.
L’invasione/appropriazione dello spazio assume poi con le Geografie dell’attenzione, nuove dinamiche attraverso l’uso straniante della mappa topografica. Non più indicatori di percorsi certi, le mappe di Nanni trasformano la certezza in ambiguità, non portano su vie sicure e approdi definiti ma nell’universo del possibile.
Seguirà una sottile grafia nera nella serie intitolata Mitico computer, Siamo però già alle soglie di una nuova sfida. Alla fine degli anni ’70 infatti i segni grafici di Nanni si trasformano nelle Segmentazioni (‘78/’79) «ricondotti a valenze di sottile, sensibilissima materia pittorica»
Ora la pittura riemerge prepotentemente nel lavoro dell’artista e il gesto si fa di nuovo predominante. La ripresa della prima esperienza informale si attua nel segno di una rimeditazione in cui il gesto pittorico, alleggerito della materia di un tempo, aggalla su superfici inesistenti – poiché realizzate in plexiglas trasparente – e si riflette su fondi fatti di specchi.
Il 25 aprile 2000 riceve il Premio Internazionale G.Marconi per la pittura e crea una scultura documentata in catalogo da C. Cerritelli.
Nel 2001 pubblica il libro "Segni della Memoria - Monzuno, figure e paesaggi" edito da Adventis, composto da disegni inediti del periodo 1940-1944.
L’avvento del nuovo millennio trova Nanni impegnato in una nuova riflessione sullo spazio (attraverso l’uso di un materiale che da sempre l’affascina, la mappa topografica) che si concretizza in una nuova serie di opere dal titolo I giochi della metamorfosi.
Nel 2007 gli viene allestita una sala-omaggio alla LII Mostra Nazionale d’Arte Contemporanea di Termoli curata da L. Strozzieri.
Nel 2008 allestisce una mostra personale presso la sala Colonne di EmilBanca (Bologna) ed è presente con una sala personale alla mostra Not so private. Gallerie e storie dell’arte a Bologna presso Villa delle Rose (Bologna).
Tra dicembre 2008 e gennaio 2009 è presente alla Fondazione Carisbo di Bologna con una esposizione che ne ripercorre i momenti salienti fino agli esiti più recenti intitolata Concatenamenti,
Nella primavera 2011 la Galleria d’Arte Maggiore di Bologna presenta una personale sull’ultima produzione dell’artista incentrata sul tema delle mappe nei giochi della metamorfosi:
Bruno
Raspanti,
Scultore
di solida fama internazionale, è nato nel 1938 a Ozzano Emilia
(Bologna). Vive e lavora a Bologna.
Studia presso l’Istituto Statale d’Arte di Bologna sotto la guida di Quinto Ghermandi, per poi passare al corso di scultura di Umberto Mastroianni presso l’Accademia di Belle Arti della medesima città, dove si diploma nel 1961. Ha insegnato ad Ancona, Modena e Bologna, città quest’ultima dove è sta- to poi docente all’Accademia di Belle Arti fino al 1995.
Il suo lavoro è stato esposto in numerose mostre collettive sia in Italia che all’estero e, a partire da- gli anni Sessanta, all’interno di personali in gallerie o musei pubblici.
Tra i numerosi premi e riconoscimenti, assegnatigli da critici e artisti come Arcangeli, Ghermandi e Sassu, si ricorda il “Premio internazionale di Pittura Scultura e Arte elettronica Guglielmo Marconi”, ricevuto nel 2004.
La carica spettacolare e scenografica delle opere di Bruno Raspanti, l'incessante sperimentazione dei materiali, con irriverenza ed ironia sono i caratteri dell'arte di Raspanti.
Studia presso l’Istituto Statale d’Arte di Bologna sotto la guida di Quinto Ghermandi, per poi passare al corso di scultura di Umberto Mastroianni presso l’Accademia di Belle Arti della medesima città, dove si diploma nel 1961. Ha insegnato ad Ancona, Modena e Bologna, città quest’ultima dove è sta- to poi docente all’Accademia di Belle Arti fino al 1995.
Il suo lavoro è stato esposto in numerose mostre collettive sia in Italia che all’estero e, a partire da- gli anni Sessanta, all’interno di personali in gallerie o musei pubblici.
Tra i numerosi premi e riconoscimenti, assegnatigli da critici e artisti come Arcangeli, Ghermandi e Sassu, si ricorda il “Premio internazionale di Pittura Scultura e Arte elettronica Guglielmo Marconi”, ricevuto nel 2004.
La carica spettacolare e scenografica delle opere di Bruno Raspanti, l'incessante sperimentazione dei materiali, con irriverenza ed ironia sono i caratteri dell'arte di Raspanti.
Nelle
sale del Museo Civico Medievale è ospitata, nell’ambito delle
iniziative culturali rivolte alla città, la sua mostra
Confronti curata
da Graziano Campanini. Le opere sono collocate nei prestigiosi
ambienti del Palazzo Ghisilardi per mettere a colloquio l’espressione
più avanzata dell’arte contemporanea con i capolavori che fanno
parte della raccolta del museo. Nel 1974 alla Galleria De Foscherari
di Bologna Bruno Raspanti espose per la prima volta una serie di
tavoli in marmo con ciotole di minestra in ceramica. La mostra
suscitò un notevole interesse intorno alla sua figura e alle
provocazioni che andava proponendo. Provocazioni che sono continuate
nel corso degli anni in molte mostre significative in Italia e
all’estero sino all’esposizione di una selezione antologica di
sue opere nell’Oratorio del Museo della Sanità e dell’Assistenza
presso il celebre complesso monumentale di Santa Maria della Vita nel
2011. E’ stato lì, nel vedere le sue opere inserite quasi a
colloquio con un apparato decorativo ed artistico che risale al ‘500,
culminante nello straordinario Transito
della Vergine di
Alfonso Lombardi, che è nata l’idea di riproporre in modo ancora
più perentorio un confronto non solo tra antico e moderno ma tra
così diverse concezioni dell’arte e della rappresentazione: è
dunque il Museo Civico Medievale il teatro di questo confronto che
può apparire spiazzante ma al tempo stesso mette in luce un filo
assai resistente che collega i diversi momenti della storia
dell’arte, divertendosi a unire la contemporaneità con la storia.
Nel suo studio-officina Bruno Raspanti, alle prese con materiali di
ogni genere (bronzo, terracotta, pezzi di legno, tegole, vetro,
sedie, plastica ecc.) dà vita a visioni stupefacenti che si
propongono non come copia del mondo ma come uso del mondo. Un uso
derisorio e impossibile: nascono così i baccelli, i carrioli, le
zolle, ma anche i teatrini, tutti parte di una rappresentazione
ironica e teneramente inattuale, in cui lo spazio, le proporzioni e
le prospettive si mischiano e si confondono. Oggetti fragili e
precari la cui esibita vocazione artistica viene messa in causa e
contraddetta dallo stesso autore che pure, dando vita a questo
confronto così improbabile, riafferma e sancisce quella continuità
nella differenza in cui ogni artista ama collocarsi.
Paolo
Fresu
Nato
a Berchidda, il 10 febbraio1961, è musicista
di assoluto livello internazionale, trombettista e
flicornista.
Vive
dividendosi fra Bologna, Parigi e la sua Sardegna.
Docente
e responsabile di diverse importanti realtà didattiche nazionali e
internazionali, ha suonato in ogni continente e con i nomi più
importanti della musica afroamericana degli ultimi 30 anni. Ha
registrato oltre trecentocinquanta dischi di cui oltre ottanta a
proprio nome o in leadership ed altri con collaborazioni
internazionali (etichette francesi, tedesche, giapponesi, spagnole,
olandesi, svizzere, canadesi, greche) spesso lavorando con progetti
'misti' come Jazz-Musica etnica, World Music, Musica Contemporanea,
Musica Leggera, Musica Antica, ecc.. collaborando tra gli altri con
M. Nyman, E. Parker, Farafina, O. Vanoni, Alice, T. Gurtu, G.
Schüller, Negramaro, Stadio, ecc. Molte sue produzioni discografiche
hanno ottenuto prestigiosi premi sia in Italia che all'estero. Nel
2010 ha aperto la sua etichetta discografica Tŭk Music. Dirige il
Festival 'Time in jazz' di Berchidda come direttore artistico, è
direttore artistico e docente dei Seminari jazz di Nuoro e ha diretto
il festival internazionale di Bergamo. È stato più volte ospite in
grandi organici quali la 'G.O.N. - Grande Orchestra Italiana', l'ONJ
- Orchestra nazionale di jazz francese, la NDR - orchestra della
Radio tedesca di Amburgo, l'italiana Instabile Orchestra, la PJMO
dell'Auditorium /Parco della Musica di Roma, l'Orchestra Sinfonica
della Rai, l'Orchestra dell'Arena di Verona, I Virtuosi Italiani ed
altri.
Ha
coordinato, inoltre, numerosi progetti multimediali collaborando con
attori, danzatori, pittori, scultori, poeti, ecc. e scrivendo musiche
per film, documentari, video o per il Balletto o il Teatro.
Oggi
è attivo con una miriade di progetti che lo vedono impegnato per
oltre duecento concerti all'anno, in ogni parte del mondo.
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Gli
incontri
durante
i quali verranno consegnate le "Targhe Volponi"
e
i “Nuovi premi Casadeipensieri” saranno i seguenti:
Venerdì
25 Agosto 2016,
ore
21 Piazza centrale della Festa al Parco Nord
Targa
ricordo di Paolo Volponi a Sergio Zavoli
e
Nuovo
premio Casadeipensieri a Pupi
Avati
Sergio
Zavoli
sarà
in dialogo con Alberto Bertoni e Rosita Copioli
e
Pupi
Avati con Giacomo
Manzoli
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Lunedì
28 Agosto,
libreria
Coop Ambasciatori
Targa
ricordo di Paolo Volponi 2016 a Mauro Felicori
in
dialogo con Paolo Bergonzoni, Marco Marozzi e
Mauro
Alberto Mori
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Giovedì
14 Settembre,
Libreria
della Festa al Parco Nord
Targa
ricordo di Paolo Volponi a Mario Nanni e Bruno Raspanti
“Il
gioco, la meccanica, l’informale”
Mario
Nanni pittore in dialogo con Renato Barilli
e
“Il
nomadismo irriverente” Bruno Raspanti scultore
in
dialogo con Adriano Baccilieri e Sandro Parmiggiani
Con
interventi di Cesare Sughi e Graziano Campanini
Conduce
Bruno Stefani
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Domenica
17 Settembre,
ore
18 Galleria Acquaderni Libreria Feltrinelli Due Torri
Nuovo
premio Casadeipensieri a Paolo Fresu
in
dialogo con Andrea Maioli, Daniele Cecchini, Vanni Masala
in
occasione della pubblicazione di
"La
musica siamo noi", di Paolo Fresu, Il Saggiatore ed.
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Targa
ricordo di Paolo Volponi e premi di Casa dei pensieri
Libro
d'oro
1997
Alda Merini
1998
Francesco Leonetti
1999
non assegnato
2000
Dacia Maraini
2001
Guido Guglielmi
2002
Alberto Asor Rosa, Carlo Lucarelli
2003
Laura Betti [Targa Simenon ad Andrea Camilleri]
2004
Luis Sepulveda
2005
Giuseppe Bertolucci
[Premio
Oliviero Parma. Asppi 2005 a Claudio Lolli]
2006
Piera Degli Esposti
[Premio
Oliviero Parma-Asppi 2006 a Folco Portinari]
2007
Mario Monicelli
2008
Arnoldo Foà
2009
Enzo Jannacci, Melania Mazzucco
[premio
speciale alla carriera ad Eugenio Riccomini]
2010
Vincenzo Cerami, Edith Bruck
2011
Ezio Raimondi, Marco Bellocchio, Liliana Cavani
2012
Andrea Emiliani, Gualtiero Bertelli, Giovanna Marini
2013
Vasco Bendini, Pirro Cuniberti, Guenther Wallraff
2014
Pier Paolo Calzolari, Concetto Pozzati, Vittorio Franceschi, (Sezione
impegno civico) Otello Ciavatti
2015
Giancarlo Piretti, Luigi Ontani, Marina Mizzau, Luca Caccioni
2016
Wolfango, Nino Migliori, Vittorio Giardino e (Sezione
impegno civico) Paola De Donato
............................................................................................................
Riferimenti
Davide
Ferrari
Direttore
artistico
Antonio
Iannone
assistente
alla direzione
Manola
Magli
segreteria
operativa
Per
informazioni
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