La casa dei pensieri

9.2.08

17 settembre 2007
Da Primo Levi a Edgar Morin
Il futuro nella cultura e nella poesia:
intervista a Davide Ferrari su Casadeipensieri '07

di Federico Pesci

Davide Ferrari, qual è il bilancio dell’edizione 2007 di Casadeipensieri?È stata un’edizione molto impegnativa. L’asse culturale proposto, il rapporto fra futuro e identità delle generazioni, le presenze internazionali – Mc Court, Deane, Lewis, Qiu Xiaolong e infine Edgar Morin , che attendiamo per lunedì 17 –, gli incontri incentrati su grandi figure, quali Primo Levi e Lorenzo Milani, o su un’esperienza di vita come quella di Ernesto Guevara, l’indimenticabile confronto sul valore della cultura per la democrazia con Mario Monicelli: tutto l’insieme ha “congiurato” per darci una rassegna molto densa e, credo, di qualità. Inoltre, per noi, è stata l’occasione per festeggiare “i vent’anni di attività”.

Anche quest’anno è stata dedicato grande spazio alla poesia…La poesia è un tratto d’identità della Casadeipensieri, che in passato ha dato vita a momenti importanti di confronto e di ricerca, su autori chiave come Pasolini e Montale; fin dalla sua fondazione, che fu possibile grazie all’aiuto di Paolo Volponi. La poesia non può salvare il mondo, certo, ma ne chiarisce la crisi e le possibilità di futuro. La parola poetica è, per sua natura, la più potente forma espressiva dell’animo umano. Non smetteremo di proporla, di ascoltarla, di leggerla e farla leggere. Quando le Feste dell’Unità si concludono i giornalisti, giustamente, citano il peso dei tortellini consumati. Quest’anno mi piacerebbe venisse citato anche il numero davvero alto dei versi ascoltati.

Il programma di quest’anno si è aperto con un’iniziativa su Primo Levi, figura fondamentale della cultura, e della politica, del Novecento. Quale la sua eredità?
Di Primo Levi, nel nuovo secolo, andrebbe portato tutto. Credo che nella cultura europea non si trovi una figura altrettanto significativa, per il suo drammatico tentativo di capire, dopo la Shoah, se l’uomo e tutta la sua storia possano ancora avere un senso e una dignità. Perché senza questo tentativo la democrazia sarebbe una parola vuota, forse addirittura ipocrita.

Ospite della Sala Gramsci è stato, tra gli altri, Frank McCourt, con la sua esperienza di insegnante. Qual ruolo ha, oggi, la scuola?
Mc Court ci ha ricordato che la scuola vale poco in un mondo in cui tutto è mercato, proprio perché dovrebbe svolgere il compito più importante: quello di unire generazioni diverse, ponendo le basi di un futuro possibile. Ci ha fatto molto piacere incontrarlo, proprio pochi giorni dopo aver parlato di Don Milani.

Qual è il futuro della Casadeipensieri?
Resteremo fedeli al nostro impegno: quello di portare cultura, anche quella più “alta”, in luoghi e momenti “di popolo”. Non è facile ma ci fa sentire utili, vale più di mille futili ricompense. Tante volte ci chiediamo se il tempo passato non sia anche tempo perso, buttato. Ma, ogni sera, guardando il nome di Giorgio Nerozzi – l’operaio a cui è dedicata la piazzetta centrale del Parco Nord, un uomo che ci ha tanto aiutato, per tanti anni – ci diciamo: se abbiamo buttato via la nostra vita con persone così abbiamo fatto bene.