CINEMA E DEMOCRAZIA: UN PREMIO IN RICORDO DI GINO AGOSTINI.
CINEMA E DEMOCRAZIA: UN PREMIO IN RICORDO DI GINO AGOSTINI
“PARTIGIANO PER TUTTA LA VITA”
Domenica 18 ottobre, ore 17.30, Biblioteca Renzo Renzi,
la cerimonia del Premio dedicato al grande esercente, distributore e
produttore
Premiati Andrea Gambetta per Il
sale della terra
e Valerio Carocci per l’esperienza del Cinema America Occupato
Un premio per ricordare un grande esercente, distributore
e produttore: Gino Agostini, comandante partigiano, poi “partigiano tutta la
vita” come lo definì Angelo Guglielmi, scomparso nel 2007.
Cinema e democrazia: così
è intitolato il Premio Gino Agostini,
promosso dalla Fondazione Duemila e
dalla Casa dei Pensieri, in
collaborazione con la Cineteca di
Bologna, che ospiterà la cerimonia di premiazione alla Biblioteca Renzo Renzi (Piazzetta Pasolini, 3/b) domenica 18 ottobre alle ore 17.30.
Alla presenza della famiglia di Gino Agostini, con
l’intervento dell’Assessore alla cultura della Regione Emilia-Romagna Massimo Mezzetti, del direttore della
Cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli,
di Davide Ferrari direttore di Casa
dei Pensieri, dei professori Cristina
Bragaglia ed Antonio Genovese,
dei rappresentanti dell’ANPI, del
collettivo Kinodromo, verranno
premiate due vicende emblematiche legate,
da un lato, al mondo della produzione e
della distribuzione, e, dall’altro
lato, a quello dell’esercizio
cinematografico.
Quella di Andrea Gambetta, capace con la sua Fondazione Solares delle Arti di
portare a compimento con rara caparbietà un film come Il sale della terra,
realizzato da un Wim Wenders ispirato
alla figura del grande fotografo Sebastião
Salgado: un film che ha superato le reticenze dei produttori e dei
distributori per conquistare poi la nomination
all’Oscar come Miglior documentario.
E quella di Valerio Carocci, che con il suo Cinema America Occupato ha saputo coinvolgere un numero
impressionante di ragazzi attorno alle loro proiezioni, rinnovando il senso della visione collettiva del film.
Durante l’incontro verranno
proiettati i video originali, prodotti per il Premio, con le interviste a Ettore Scola, Paolo Taviani, Vera
Pescarolo Montaldo e Giuliano Montaldo.
L’evento partecipa al cartellone
de “La Notte rossa 2015-Popoli e
diritti”.
Gino Agostini (1920-2007) era un uomo d’altri tempi, oggi si direbbe proprio così.
Di quelle persone che nella vita si sono spese in così tante attività, che
viene da chiedersi come abbiano fatto. L’intraprendenza e, di sicuro, una
grande passione sono le doti che maggiormente l’hanno portato a vivere il cinema
così a fondo, davvero a trecentosessanta gradi.
Dopo la guerra e la
militanza partigiana, Agostini prese in gestione il teatro Rossini di Lugo, la
sua città, dove venivano messe in scena le grandi opere, ma si proiettavano
anche tanti film; poco dopo si spostò a Bologna alla testa del CREEC (il
consorzio che tuttora lavora alla programmazione del cinema nella regione) dove
conobbe Egidio Errani, suo socio di tante avventure future.
Il resto prese il via un
po’ tutto da lì, ed è riduttivo riassumere in poche righe ciò che significò per
lui e per il cinema italiano, la fondazione, a partire dagli anni Sessanta, del
Cidif (consorzio italiano distributori indipendenti). Dividendosi tra Bologna e
Roma, Agostini entrò da allora a far parte attiva dell’industria del cinema,
nelle vesti sia di distributore che talvolta di produttore, ma con un occhio
sempre attento all'operato regionale degli esercenti.
Proprio l’esercizio
diretto, fu un’ulteriore sfida, quando nei primi anni Ottanta decise con Errani
di rilevare il cinema Odeon, locale a luci rosse, per trasformarlo sulla scia
europea, in una delle prime multisale italiane; il risultato è sotto gli occhi
di tutti, l’Odeon è diventato uno dei locali più prestigiosi di Bologna,
contribuendo anche alla riqualificazione del proprio quartiere.
La tutela degli esercizi,
strumento di diffusione del cinema sul territorio e per il territorio, ecco
un’altra missione nella quale credette profondamente, avallando da subito
l’operazione Circuito Cinema e spendendosi fino agli ultimi giorni nella
presidenza dell’Agis.
Uomo di concertazione,
dunque, ma non soltanto, anche una persona amante dei rapporti diretti, della
concretezza e della risata; basti pensare a come, con buona dose d’autoironia,
vestì i panni d’attore in Una bella grinta e I fuorilegge del matrimonio, per non parlare del suo
spirito pratico, quando brevettò, anche con un discreto successo commerciale,
speciali contenitori di plastica per le pellicole.
Da ricordare anche il grande senso conservativo,
grazie al quale la Cineteca di Bologna ha avuto in donazione molte copie di
pellicole destinate al macero; e il Fondo di sceneggiature, dal quale emerge con
più chiarezza quella che fu la preziosa attività che il Cidif di Agostini portò
avanti.
Dalla scoperta di autori
meno ortodossi come Nanni Moretti, alla fiducia più volte riposta nelle idee
dei fratelli Taviani; dall’interesse garantito ai difficili film di lotta
partigiana (L’Agnese va a morire, Corbari, I sette fratelli Cervi), a quelli di
carattere più commerciale o spiccatamente regionale (Carcerato, Giuramento),
senza il successo dei quali i progetti più impegnati non avrebbero, forse, mai
avuto circolazione.
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